Il Crossover visto da Alfa RomeoLo Stelvio delle nevi 21 gennaio 2018 E dove potevamo provarla un’auto che di nome fa come il famosissimo Passo… dello Stelvio? Ma tra le nevi, ovvio! E allora eccoci qua a “driftare” appena, appena… tra i tornanti (chiusi al traffico) nelle montagne innevate di fresco. Anzi, per dirla tutta siamo sotto una bella nevicata. Tra le mille qualità del crossover Alfa, notiamo subito un piccolo difetto: il tergicristallo lascia una zona cieca al margine sinistro. Sicuramente questo è decisamente più accentuato dalla neve ma, è comunque parecchio fastidioso. Per il resto, la Stelvio ha doti da vendere. Le qualità che saltano subito all’occhio sono tre: l’handling pazzesco stile Giulia che forse solo la Porsche Macan può emulare; lo sterzo millimetrico e precisissimo e il cambio. Finalmente un cambio che risponde ai comandi in modo rapidissimo e ubbidiente. Non fa di testa sua con logiche assurde, come la maggioranza degli altri. Reagisce esattamente come si vuole e lo fa con una rapidità esaltante. Ottime le “palette” fisse in alluminio. Si raggiungono bene anche nei tornanti e sono a corsa corta. Dettaglio percepibile solo da noi “malati mentali” dell’auto. Anche i 210 cavalli del quattro cilindri 2.2 non scherzano. Settando i parametri in Dynamic, l’auto scatta come un missile al solo sfiorare l’acceleratore e fa il vuoto dietro di se. I 6.6 secondi sullo 0/100 km/h si sentono tutti. La trazione 4x4 dal canto suo permette di trasmettere tutta la potenza senza sbavature ne pattinamenti. Il propulsore è silenzioso ma non silenziosissimo, però ha un tono gradevole, pare quasi imitare il sound delle Alfa del passato e non il solito odioso ticchettio da Diesel. La seduta è sicuramente comoda. Noi avremmo solo preferito la possibilità di abbassare un poco di più il sedile e magari dei fianchetti regolabili di serie, in modo da potersi ancorare meglio nelle curve, visto anche il poderoso handling della “ragazzina”. Cosa non c’è piaciuto per niente è lo schermo dell’infotainment. Microscopico! Soprattutto con la telecamera posteriore inserita. Praticamente inutile se non dotati di un microscopio nucleare. Anche le plastiche del cockpit non ci hanno fatto impazzire. Almeno una palpebra in materiale esteticamente un po’ più ricco ci sarebbe stato, visto anche il livello al quale si pone la Stelvio. Si, parliamo di prezzi: la versione top del nostro test, partirebbe da 54.550 ma “apparecchiata” come la nostra arriva comodamente ai 63.000 e senza il pack Performance che costa 2.500 euro. Insomma, diciamolo non è regalata e la concorrenza non sta di certo a guardare. Detto ciò, la Stelvio alla guida fa innamorare per la sua precisione. Poche sono le berline sportive così reattive e quasi nessun Crossover. Io vi sconsiglierei di provarla o di certo non potrete far a meno di portarvela a casa, salvo chiudere un occhio sugli interni un po’ così, diciamo in stile Alfa. Qualitativamente senz’altro buoni ,ma forse un po’ troppo rivolti alla semplicità tipica delle Alfa del passato. Oggi però siamo nel 2018 e il cliente vuole di più per trasportarsi dalla concorrenza teutonico/svedese che fa prodotti eccellenti e più ricchi, almeno otticamente. Roberto Rob Magliano Galleria fotograficaClicca sulle immagini per ingrandire Ricevi le newsSegui gli aggiornamenti di MR |